«Preso a mano dalla mia predilezione per le esistenze in
sordina, mi volsi a forme più scartate di vita. […] Gli è
che l’albero vive d’una vita tanto più piena e armoniosa
della nostra, che dargli un nome è limitarlo; mentre gli
incospicui e negletti licheni, a salutarli a vista per nome,
pare di aiutarli a esistere. Ritengo questa la causa intima
della mia passione (estetica, non scientifica), per i licheni,
durata quarant’anni e ormai caduta» (Sbarbaro, 2001).
I licheni sono organismi simbionti di grande importanza ambientale.
Capaci di vivere in tutti gli ambienti, anche i più ostili come i deserti .
Si tratta di una simbiosi tra un fungo, che fornisce sali minerali ed acqua, e un’alga (alghe azzurre o alghe verdi) che con le materie prime ricevute e attraverso la fotosintesi clorofilliana produce gli idrati di carbonio per entrambi.
Esistono tre tipi principali di licheni:
Lichene foglioso con il tallo estremamente appiattito ma fissati al substrato per una piccola parte .
Lichene crostoso con tallo completamente appiattito al substrato
Licheni fruticoso con talli stretti
I licheni sono estremamente sensibili alla diminuizione della qualità dell’aria e per questo sono utilizzati come bioindicatori ambientali.
Tra i vari inquinanti, l’anidride solforosa può portare gradualmente alla morte del lichene impedendone la fotosintesi clorofilliana.
Ringrazio il prof. Pier Luigi Nimis, dell’università di Trieste, e gli amici del Forum Natura Mediterraneo per l’aiuto fondamentale nelle identificazioni dei licheni .
Un Interessante articolo sui licheni nella rivista “Mathera”